“Rieti è una bella città e di struttura aristocratica”, osservava Guido Piovene nel suo viaggio in Italia. “Dalla cattedrale romanica al duecentesco Palazzo dei Papi, dai potenti archi gotici ai quartieri con viuzze , scalinate esterne, torri mozze ed archivolti, dalla Loggia del Vignola alle molte dimore nobiliari, la città aduna un nucleo di aristocrazia romana e ne porta l’impronta” annotava lo scrittore negli anni Cinquanta.

Per visitare Rieti bisogna andare adagio, passeggiare lentamente alla scoperta degli angoli più suggestivi accompagnati da una guida esperta con la quale familiarizzare in breve con la città ed i suoi abitanti, lasciarsi cullare dalla calma che avvolge il centro storico rimanendo stupiti dalla bellezza dei luoghi. Dimenticate dunque le tensioni, fatevi attrarre da paesaggi indimenticabili come quello che si può ammirare dal Ponte Romano, assaporate la tranquillità della provincia reatina e lasciandovi circondare dal garbato calore della gente, puntate diritto verso il centro storico pronti alle sorprese.  Rieti lascia in ogni momento col fiato sospeso.

La ricchezza dei palazzi gentilizi reatini, le numerose chiese, i resti della città romana, la vista delle montagne circostanti tutto mozza il fiato. Più si avanza alla scoperta del passato e più ci si sente abbracciati dalle mura medievali che circondano il centro storico. Le emozioni si sommano allo stupore perché Rieti sorprende sempre il visitatore. La sua è una storia ricca di avvenimenti, riconducibili al legame con Roma, fatta da papi, condottieri e sovrani.

Sotto l’odierna Via Roma, è possibile ammirare un meraviglioso scorcio dell’Italia sotterranea: i resti del viadotto romano costruito nel III secolo a.C. come conseguenza della conquista romana ed affiancato all’opera di bonifica della piana.

Questo manufatto, superando il fiume Velino, permetteva alla Via Salaria, l’antica via del sale, di raggiungere la città evitando allagamenti ed impaludamenti, assumendo così un ruolo di estrema importanza per la Reate romana che necessitava di un diretto collegamento con l’Urbe.

La struttura, inglobata nei sotterranei di alcune nobili dimore reatine, è formata da grandiosi fornici costruiti con enormi blocchi squadrati di travertino caverno, a sostegno del piano stradale.

La consolare Salaria dopo aver superato il fiume Velino, attraverso il solido ponte in pietra dove sono ancora visibili i profondi solchi lasciati dalle ruote dei carri utilizzati per il trasporto del sale, raggiungeva il foro, situato dove si estende l’odierna piazza Vittorio Emanuele II, e piegando a destra sulla via Garibaldi formava gli antichi cardo e decumanus. Un mondo affascinante e sorprendente, testimone del passato della città di Rieti, aspetta dunque il visitatore.

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