Labro è un comune italiano di 356 abitanti della provincia di Rieti, nel Lazio. Borgo dalla vocazione turistica, ospita il castello Nobili Vitelleschi ed è stato insignito della bandiera arancione.

Il borgo di Labro si trova in Sabina, nell’alto Lazio, nelle immediate vicinanze del confine con l’Umbria. Sorge su una prominenza delle colline che delimitano il lato settentrionale della Piana di Rieti e che segnano il confine con la provincia di Terni; dalla sua posizione domina il sottostante lago di Piediluco e la valle del suo immissario, il Rio Fuscello o Fosso di Leonessa.

Secondo la leggenda, Labro sarebbe stato fondato nel luogo dove il signorotto dell’epoca riuscì ad uccidere il suo primo cinghiale in una battuta di caccia: il suo nome deriverebbe quindi dal latino aper (cinghiale) e allo stesso modo si spiegherebbe la presenza dell’animale nello stemma del comune.
Per altri invece il nome deriverebbe dal latino lavabrum (vasca), che si riferirebbe alla vicinanza con il lago di Piediluco.

Monumenti e luoghi d’interesse

Castello Nobili Vitelleschi
Il castello attualmente visibile fu costruito nella seconda metà del Cinquecento per volontà di Giordano de’ Nobili; subì ulteriori interventi nel Settecento e nell’Ottocento. Edificato in pietra grigia, è caratterizzato da giardini pensili attraversati da scalinate, loggette, balconi e merlature. Gli interni del castello conservano l’arredamento d’epoca, le armi utilizzate in battaglia e i ritratti dei membri della famiglia; nel salone principale si trova un grande camino in marmo, risalente al Cinquecento. Il castello è tuttora abitato dai discendenti della famiglia Nobili, che tuttavia ne permettono l’utilizzazione per altre attività: infatti nelle cantine si trova un pub, nell’ultimo piano un bed & breakfast, e il piano nobile ospita occasionalmente matrimoni e conferenze. Per visitarlo occorre contattare l’Associazione Culturale Castello Nobili Vitelleschi.

Chiesa di Santa Maria Maggiore
La chiesa di Santa Maria Maggiore (divenuta collegiata nel 1508 ma di origini antecedenti) si presenta all’esterno con un portale che anticamente costituiva la porta d’ingresso al castello e solo successivamente fu portato qui. Al suo interno, la chiesa è a navata unica; ospita una tela dell’Assunta sull’altare maggiore, un fonte battesimale quattrocentesco, un’edicola cinquecentesca munita di candelieri ad altorilievo e un’antica acquasantiera con figure di pesce scolpite a rilievo. Nella prima cappella a sinistra, sono notevoli una transenna in legno riccamente decorata (risalente al XV – XVI secolo) e un dipinto dell’Annunciazione di scuola umbra (probabilmente da attribuire a Bartolomeo Torresani), mentre nell’ultima cappella a destra si trova un interessante paliotto dipinto, realizzato in cuoio a sbalzo.

Cappella del Rosario
La cappella del Rosario è compresa all’interno della chiesa di Santa Maria Maggiore, rispetto alla quale si trova al piano superiore; vi si accede tramite una scala situata sul lato destro della navata. Di origini sicuramente più antiche rispetto al resto della chiesa, fu eretta dalla famiglia Chiaranti di Terni. La cappella è dotata di un portale esterno risalente al 1494, decorato con figure di lucertole e scorpioni e modanato con un motivo a forma di corda. Al suo interno, oltre a una finestra romanica strombata e una monofora triloba, si trova sull’altare principale un affresco di fine Quattrocento che rappresenta la Madonna del Rosario; ai suoi lati sono dipinti, in degli ovali, alcune storie della vita di Gesù, dall’annunciazione alla morte.[10] Sulla sinistra si trova un altare dedicato a Santa Caterina, che è protetto da una nicchia sostenuta da una colonna romanica ottagonale riccamente decorata con motivi floreali e con le figure di un angelo e di un serpente.

Ex convento dei Francescani Osservanti
L’ex convento dei Francescani Osservanti, risalente alla fine del Seicento, si trova all’esterno del paese, nei pressi del cimitero, lungo la strada che conduce alla località Madonna della Luce. Il complesso comprende la chiesa di Santa Maria della Neve e il convento, che si sviluppa attorno a un chiostro. Quest’ultimo, oggi sconsacrato, è stato restaurato e convertito in un resort con spazi per convegni e congressi.

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